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LA CITTA' BORGHESE DEL SECOLO XIX: PARIGI.
La struttura urbana.
Dalla città gotica la relazione strada, isolato, elementi singolari si è alternativamente prospettata.
In un primo momento, nella città mercantile, la costruzione della stessa coincide con la costruzione della strada; la strada è elemento generatore dell'impianto urbano.
In seguito l'immissione, in questa struttura, di edifici di maggiore impegno ( palazzi nobiliari, complessi conventuali, ecc. ) sovrappone alla omogeneità d'uso del precedente corpo urbano nuovi usi e necessità rappresentative.
La strada comunque mantiene la sua funzione organizzativa; all'inizio il privilegio di "fare isola" è concesso dalle autorità cittadine solo occasionalmente e viene sancito da editti.
A Parigi già nel XVII secolo comunque anche il tradizionale rapporto casa-alloggio cambia: la casa a blocco verticale, gotica, è riorganizzata su piani paralleli con attrezzature commerciali e lavorative indipendenti al piano terreno, quindi non più rapportate ai locatari; la suddivisione orizzontale trova la sua forma canonica nell'edificazione dell'isolato con più alloggi ai singoli piani e piano terra, spesso con mezzanino, destinato a funzioni commerciali.
Una serie di editti regolamenta la costruzione per quanto concerne la definizione dello spazio pubblico; del 1773 è il primo regolamento moderno di Parigi: si stabilisce un rapporto tra la larghezza minima delle strade e l'altezza massima degli edifici.
La ricchezza di diversi momenti urbani, compresenti, è un dato caratteristico della città dell'inizio del XIX secolo.
Nell'intervento ottocentesco vi è una semplificazione degli strumenti che la città aveva messo a punto fino a quel momento ed una unitarietà nel modo di organizzarne i diversi fatti.
La città del XIX secolo.
Agli inizi dell'ottocento la struttura della città è ancora policentrica e tale carattere non viene contraddetto neanche dal "Piano degli Artisti" che si pone il problema del riassetto globale della città ereditata.
Haussmann, prefetto della Senna dal 1853 al 1869, è l'artefice della trasformazione della città in "città capitale".
I Grandi Lavori, avviati a cambiare il volto della città, devono rispondere a due esigenze: l'aumento quantitativo della città e la predisposizione di una serie di attrezzature funzionali alla macchina urbana; ma soprattutto si inquadrano in "un'idea di città che assume come dato 'naturale' i nuovi caratteri di crescita e trasformazione che si vengono definendo entro la struttura urbana con l'affermarsi del modo di produzione capitalistico: da una parte la centralizzazione delle attività finanziarie, amministrative e rappresentative, dall'altra la progressiva espulsione delle attività produttive (manifatturiere ed industriali)."(1)
Questa trasformazione fa di Parigi il "modello" delle grandi città europee del XIX secolo.
La policentrica struttura ereditata viene riorganizzata per mezzo di una rete stradale che coordina con tecnica "positiva" le funzioni della viabilità, distribuisce acqua, gas, ristruttura la complessa rete fognaria e articola diversi ruoli e pesi del complesso urbano.
La strada assume nel piano di ristrutturazione della moderna Parigi una posizione di privilegio; il piano stradale si pone come nuovo "impianto urbano" che organizza la città ad un "livello globale", collegando il sistema monumentale: piazze, edifici pubblici, stazioni.
A questo impianto si sovrappone una rete secondaria, incentrata sui nodi principali.
Tuttavia nella realizzazione della nuova struttura urbana riscontriamo due livelli di intervento: i grandi tracciati stradali e l'edificazione delle singole particelle catastali vengono realizzate dai singoli privati cittadini.
L'intervento pubblico si pone alla scala degli "interessi collettivi" mentre le quantità abitative vengono affidate ai privati che dovranno rispettare l'allineamento stradale definito dal piano ed il regolamento edilizio.
Tuttavia ad un'apparente omogeneità dell'impianto stradale si contrappone una differente qualità delle parti urbane, attraverso la collocazione delle attrezzature tecniche e rappresentative, che anticipa la pratica dello zooning: nel centro vengono immesse le quantità edilizie amministrative e rappresentative, obbligando la popolazione residente e le attività artigianali ad allontanarsi; ciò determina localizzazioni abitative privilegiate, che tuttavia non da subito sono riconducibili ad uno schema concentrico di città.
Struttura dell'edificato.
Tra il boulevard Malesherbes ed il Bois de Boulogne viene localizzata la residenza borghese (le nuove quantità abitative); l'Etoile da elemento terminale è diventato il centro monumentale dell'espansione, che attraverso l'avenue de l'Imperatrice pone in rapporto la città con il parco disegnato da Alphand e Davioud.
Il disegno della rete stradale è stellare; l'isolato prodotto da questa maglia è solitamente triangolare anche se varia adattandosi alle diverse situazioni che l'incrocio delle vie determina.
Gli isolati sono compatti e densamente edificati a differenza di quelli medioevali, la cui dimensione è maggiore e spesso di forma quadrilatera.
Le regole di lottizzazione di questi isolati sono così sintetizzabili:
1) il limite fra un lotto e l'altro è rigorosamente perpendicolare alla strada;
2) la linea di divisione fra i lotti dell'isolato è la bisettrice dell'angolo formato dalle strade;
3) ogni particella ha un rapporto equilibrato fra i due lati: non esistono lotti sviluppati in profondità, nè disposti nel senso della facciata parallelamente alla strada. (2)
L'isolato viene costruito come sommatoria di interventi e solo nel caso di elementi monumentali è prevista la sistemazione d'insieme ( per esempio place de l'Etoile ).
I regolamenti controllano l'edilizia privata soprattutto per quanto concerne la costruzione della strada: con decreto nel 1859 vengono fissati precisi rapporti tra la larghezza della strada ed altezza degli edifici (misurata al limite della linea di cornice) la dimensione e la forma dei tetti, quantità che determinano l'immagine delle strade.
Il regolamento viene inteso in questo momento quale strumento per attuare unitariamente l'edificazione alla scala della strada, quindi della città.
Per le più importanti arterie, quelle monumentali come avenue de l'Operà, avenue de l'Imperatrice, o per le piazze come place S.Michel, place de l'Etoile, sono indicate delle "ordonnances" architettoniche e per le nuove vie l'obbligo di mantenere balconi, cornici, modanature il più possibile omogenei.
L'ininterrotta sequenza dei fronti su i due lati della strada definisce un'immagine fortemente urbana.
Dietro questi fronti riscontriamo delle opportunità nella disposizione del costruito con l'intento di raggiungere un'alta densità nella ricerca del massimo profitto; ad una facciata su strada ne corrisponde un'altra su cortile; il cortile non appartiene al singolo lotto ma di regola è comune ad almeno due lotti contigui, lo stesso accade per quanto riguarda la disposizione dei cavedi.
Il cortile non è elemento generatore dell'impianto: esso è diviso da muretti lungo i confini di proprietà e i locatari che affacciano su di esso hanno ingressi differenti, non esiste quindi rapporto di vicinato.
All'interno dell'isolato si determinano di conseguenza localizzazioni abitative privilegiate che procedono dall'esterno, con affaccio su strada, verso l'interno, con affaccio su cortile; oltre che in senso orizzontale le diverse qualità abitative sono riscontrabili in senso verticale, uso del sottotetto per abitazione di minor pregio.
All'interno degli edifici spesso riscontriamo due diverse scale, la scala padronale, che distribuisce gli alloggi di prestigio su strada, e scale solitamente buie e di minor dimensioni distribuiscono esclusivamente gli alloggi che prospettano su cortile.
Gli stessi criteri sono utilizzati per operare la trasformazione della città esistente.
Ragioni igieniche e di polizia vengono chiamate in causa per giustificare gli sventramenti degli isolati medioevali; ma questi isolati sono comunque meno densamente costruiti di quelli ottocenteschi; al loro interno fuori dalle "vedute" della strada continuano ad esistere luoghi di lavoro, rimesse, orti, giardini ed anche edifici collettivi come collegi, conventi ecc.; ritagliando con strade lungo le diagonali dell'isolato si opera un aumento del fronte edificato direttamente su strada, un aumento di densità ed una differente destinazione funzionale delle nuove quantità.
(1) A. Villa: "Le città Capitali del XIX sec.: Parigi." Officina
(2) P.Panerai, J.Castex, J.Depaule :"Isolato urbano e città contemporanea". CLUP