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HILBERSEIMER: "GROSZSTADT-ARCHITEKTUR"
Il principale contributo teorico di L. Hilberseimer sull'argomento è lo scritto "Groszstadt Architektur" del 1927.
La Groszstadt è analizzata nella sua struttura e ne emerge, ben delineata, la sostanziale differenza con le precedenti conformazioni urbane: "La grande città è un prodotto dello sviluppo economico dell'età moderna,la conseguenza naturale e necessaria dell'industrializzazione. ...E' importante comprendere che la grande città non è una semplice variazione su scala più ampia del tipo urbano divenuto storico: da questo essa si distingue per le sue caratteristiche, non solo per le sue dimensioni. E' unicamente col verificarsi di certi fenomeni economici, specialmente l'accumulazione di capitali e di uomini e il loro sfruttamento industriale, che una città diventa <<grande città>>, e col venir meno di tali condizioni essa torna a dissolversi. Anche la mera consistenza demografica non basta a fare di una grande città, per quanto grande essa sia, una <<grande città>>."
Gran parte dell'attività svolta da Hilberseimer in Europa è dedicata alla ricerca delle leggi proprie della grande città.
Queste a causa dello sviluppo improvviso che hanno avuto sono caratterizzate, secondo Hilberseimer, da una mancanza di ordine.
Egli pone come prioritario, per la costruzione della città, il piano; per l'insediamento si deve tenere conto delle condizioni topografiche e del ruolo economico e politico; criteri fondamentali sono: la suddivisione in zone e l'articolazione del sistema delle comunicazioni.
Lo zooning è il modo con cui è razionalizzato il funzionamento della città predisponendone le diverse parti e "delimitando" le aree edificate, del resto la suddivisione in zone è elemento caratteristico sul piano morfologico delle città europee.
Questo criterio non è in contraddizione con l'idea che la città è definita da compresenze funzionali, in particolare per quanto riguarda il rapporto residenza-lavoro; sono comunque separate le attività industriali da quelle commerciali e dalle funzioni pubbliche e amministrative.
Hilberseimer non ci mostra un disegno complessivo di tutte le funzioni urbane, ma non fa mistero di condividere il piano di Machler per Berlino - molte sue proposte e studi si collocano all'interno di questa proposta di piano, si pensi al progetto di "città residenziale" per 125.000 abitanti del 1923 oppure al progetto di una stazione centrale per Berlino -.
Il piano di Machler presenta tuttavia lo svantaggio di disporre le aree per la residenza degli abitanti che lavorano nella city in città satelliti: "All'incommensurabile vantaggio che le città satelliti presentano circa il problema dell'abitazione fa riscontro un inconveniente già menzionato sopra: una simile struttura urbana non migliora le condizioni del traffico, anche se, rispetto alla situazione presente, nemmeno si può dire che le peggiori.
Insomma, risolvendo il problema dell'abitazione abbiamo affrontato solo una delle componenti fondamentali del problema della metropoli nel suo complesso. Questo tipo di assetto urbanistico non ha invece minimamente inciso su un'altra componente essenziale, la circolazione. ...L'espansione orizzontale di una struttura urbana col relativo sistema delle città satelliti deve essere vista come una ipertrofia dell'impianto urbanistico orizzontale: come tale essa non darà mai la possibilità di regolare in maniera soddisfacente il traffico ogni giorno crescente nella city."
Hilberseimer definisce nel 1924 una soluzione alternativa alla città orizzontale; egli sovrappone i diversi elementi distinti in base alla funzione:"Sotto la città degli affari con la sua circolazione di veicoli. Sopra la città residenziale con il suo traffico pedonale. Nel sottosuolo le linee ferroviarie e metropolitane."; ciò permette di ridurre la circolazione orizzontale dal momento che la popolazione abiterà sopra i propri luoghi di lavoro.
Si tratta di sfruttare i vantaggi della concentrazione urbana, avendo fiducia che, nella riduzione dell'area fabbricabile, si recuperino alla natura spazi complessivi, quindi non ritagliati all'interno delle maglie edificate, da adibire allo svago, alla produzione agricola ed anche alla sistemazione di complessi pubblici.
Il tracciato stradale è ortogonale, orientato secondo gli assi cardinali; forma e dimensione degli isolati sono dettati da esigenze di un'adeguata illuminazione ed areazione:"Per poter usufruire dell'aria e della luce gli edifici devono avere fra loro una distanza minima corrispondente alla loro altezza; larghezza della strada uguale altezza dei fabbricati. Così si ricavano sia la larghezza della strada che la profondità dell'isolato: infatti la distanza tra gli edifici all'interno di questo deve anch'essa corrispondere alla loro altezza. La lunghezza dell'isolato è determinata dalla distanza che separa le stazioni della metropolitana; ne derivano isolati di notevole lunghezza, ma, data l'assenza di edifici trasversali, di scarsa profondità."
L'isolato è costituito da un primo livello alto cinque piani, che è destinato ad attività produttive, in pianta misura 100 metri in larghezza e 600 in profondità ed ha cortili interni; è delimitato da carreggiate, adibite al traffico automobilistico, larghe 60 metri sotto cui passano i tunnel della metropolitana.
Sopra questo primo livello sono posti due edifici residenziali alti 15 piani, arretrati di 10 metri rispetto al livello inferiore ( ciò permette di utilizzare questa sporgenza per realizzare la viabilità pedonale). Un piano, continuo sui quattro lati, con funzioni pubbliche, ristoranti, negozi, ingressi, unisce le due ali di abitazioni.
Un milione di abitanti, compresi i luoghi di attività degli stessi, sono concentrati in 1400 ha, circa 715 abitanti per ettaro; se si programma la sistemazione della popolazione della Grande Berlino, 4.000.000 di abitanti, in questo modo occorrono 5600 ha, area che corrisponde, all'incirca, alla Berlino vecchia.
Dice G. Grassi a proposito del piano: "In pratica, con il suo piano per una città verticale, Hilberseimer intendeva rivendicare anzitutto alla città la sua stessa tradizione culturale e costruttiva: agendo da un lato sui principali conflitti di ordine tecnico, risolvendo cioè in verticale i problemi del collegamento e del traffico, e confermando invece sul piano formale gli elementi storici più stabili e definiti della costruzione della città, cioè l'isolato, la strada, la quinta edificata, ecc.".
E' con estrema chiarezza che Hilberseimer afferma: "L'architettura della grande città dipende essenzialmente dalla soluzione di due fattori: il vano, come singola cellula, e l'insieme dell'organismo urbano."
L'abitazione è stata il tema realmente innovativo degli architetti della prima metà di questo secolo, come invece gli edifici collettivi, singolari per loro natura, sono stati i temi degli architetti dell'800. L'abitazione è l'elemento diffuso della città, ed ha la sua specificità nella ripetizione.
Lo schema di "Città Verticale" è un sistema di relazioni tra gli elementi urbani che non genera immediatamente forma, ma che definisce un'ipotesi costruttiva, "un'idea di ordine": "Queste proposte", riferendosi anche alla città per 3 milioni di abitanti di Le Corbusier, "non vogliono essere né dei progetti urbanistici né dei tentativi di fornire una normativa in materia. Entrambe le cose sarebbero una assurdità, in quanto non esiste la città in sé. Le città sono individualità, la cui fisionomia dipende dal carattere del paesaggio e degli abitanti, nonché dalla funzione che esse svolgono nella vita politica ed economica."
Questa affermazione può sembrare in contraddizione con la proposta di ridefinizione del centro di Berlino del 1928, dove il progetto è la riproposizione della "Città Verticale".
Nove isolati vengono inseriti all'interno del città federiciana, nei pressi dello Shauspielhaus; una tavola ci mostra l'isolato tipo comparato al vecchio isolato a blocco della "Berlino di pietra".
Un doppio livello con funzione commerciale, illuminato dall'alto, è lo zoccolo su cui due corpi di 6 piani poggiano; niente cortili interni ed altezza degli edifici relazionata alle distanze tra gli stessi.
I corpi scala emergono sui fronti, evidenziano l'elemento di comunicazione verticale rispetto alla sovrapposizione orizzontale dei piani per uffici.
I parcheggi delle automobili sono posti sotto gli edifici, ad un livello inferiore e raccordati per mezzo di rampe.
L'intervento prende "misura" dalla città e, come questa, si pone come parte totalmente disegnata; gli isolati a blocco della città ereditata sono sommatoria di lotti edificati nel rispetto di una normativa ( altezze, distacchi, ecc. ) che, costruendo a perimetro, determinano il volto della città.
Il piano di Hilberseimer non prescinde da questa realtà della città speculativa dell'800; la proposta progettuale non si affida quindi ad un'ipotesi di espressività di edificio singolare, ma trova figura nella completa aderenza alla logica dell'edificio, ed alla congruenza di questo all'impianto urbano.